Anche quest’anno, il Festival do Rio apre le sue porte a una selezione raffinata del cinema italiano. L’edizione 2025 mette a confronto autori affermati e talenti emergenti, offrendo uno sguardo sfaccettato sulle storie, i temi e le estetiche che definiscono la produzione contemporanea. Dal racconto intimo alla riflessione sociale, ogni film diventa un punto di osservazione privilegiato sulla complessità della vita e sulla ricchezza della cultura italiana.
Il programma, che include sia produzioni nazionali sia coproduzioni internazionali, disegna un percorso equilibrato tra passato e presente, tra dimensione individuale e collettiva. Le pellicole in programma testimoniano la vitalità del cinema italiano e la sua capacità di dialogare con il mondo, dimostrando come storie, personaggi e visioni possano superare confini geografici e culturali, offrendo allo spettatore esperienze emotive e intellettuali di grande profondità.
La Grazia (2024), di Paolo Sorrentino
Sorrentino costruisce un ritratto intimo e politico attraverso gli ultimi giorni di presidenza di Mariano De Santis. Tra la firma di una controversa legge sull’eutanasia e la concessione della grazia a due condannati, il film esplora con la consueta eleganza sorrentiniana il potere e la responsabilità morale. Toni Servillo, premiato con la Coppa Volpi a Venezia, offre una performance intensa che mette in luce la vulnerabilità e la complessità del personaggio.
Fuori (2024), di Mario Martone
Martone racconta la vita di Goliarda Sapienza, la scrittrice che, dopo il rifiuto del suo capolavoro L’Arte della Gioia, compie un gesto disperato che la porta in carcere nel 1980. Nel più grande penitenziario femminile d’Italia, Sapienza scopre un mondo di donne che trasforma la sua percezione di libertà e resilienza. Valeria Golino offre una performance intensa, rendendo palpabile la forza rigenerativa della scrittura.
Duse (2024), di Pietro Marcello
Marcello ricostruisce la vita della leggendaria Eleonora Duse, icona del teatro italiano tra Otto e Novecento. Il film esplora la tensione tra palcoscenico e vita privata, mostrando la donna dietro l’icona teatrale e le sfide personali che hanno accompagnato la sua straordinaria carriera. Con uno stile visivamente ricco e poetico, Marcello celebra l’arte drammatica e l’impatto culturale di Duse, intrecciando ricostruzione storica e visione cinematografica innovativa.
Tre Ciotole (2025), di Isabel Coixet
Ambientato tra Italia e Spagna, il film esplora i rituali dell’addio e la memoria dei legami affettivi. Attraverso gesti semplici ma carichi di significato, Coixet racconta come la quotidianità possa contenere universi di emozioni, creando un racconto intimo che intreccia ricordo, perdita e rinascita. La narrazione mette in luce la delicatezza dei rapporti umani e la capacità della memoria di trasformare il dolore in esperienza condivisa.
Le Assaggiatrici (2024), di Silvio Soldini
In questa nuova opera, Soldini intreccia memoria storica e riflessione contemporanea, raccontando la vita di donne incaricate di assaggiare i cibi destinati ai potenti per garantire la sicurezza alimentare. Oltre al rigore storico, il film indaga i dilemmi morali e le tensioni quotidiane, trasformando un compito apparentemente ordinario in una metafora di resistenza, responsabilità e potere femminile. Le protagoniste emergono come figure di forza silenziosa, capaci di navigare tra vincoli sociali e scelte personali.
Elisa (2025), di Leonardo Di Costanzo
Dopo Ariaferma (2021), Di Costanzo prosegue la sua indagine sui confini dell’animo umano con un ritratto intensamente intimista. Elisa segue le vicende di una donna che affronta le sfide della vita contemporanea, tra relazioni complesse e situazioni sociali delicate, mostrando la fragilità e la resilienza dei suoi personaggi. Il film coniuga realismo sociale e introspezione emotiva, invitando lo spettatore a riflettere sulle dinamiche della solitudine, del desiderio di legame e della ricerca di sé.
Orfeo (2025), di Virgilio Villoresi
Rivisitazione moderna del mito di Orfeo, il film propone una lettura contemporanea del racconto classico, in cui il poeta scende negli inferi per riconquistare Euridice. Villoresi fonde il linguaggio epico con atmosfere attuali, mettendo in luce la potenza salvifica dell’arte e dell’amore. La pellicola combina lirismo e modernità, trasformando il mito in una riflessione universale sulla perdita, la memoria e la capacità dell’uomo di affrontare l’irreversibile.
Il Rapimento di Arabella (2024), di Carolina Cavalli
Debutto alla regia per Cavalli, una commedia nera che gioca con i codici del genere e della suspense. Il ‘rapimento’ di Arabella diventa il pretesto per un’indagine ironica e tagliente sulla società contemporanea, tra dinamiche familiari, intrighi e equivoci. La regista riesce a bilanciare comicità e tensione drammatica, creando un’opera originale che sorprende per ritmo, costruzione narrativa e capacità di intrecciare leggerezza e profondità tematica.
Il Maestro (2024), di Andrea Di Stefano
Di Stefano esplora il rapporto complesso tra maestro e allievo, tra tradizione e innovazione. Il film si immerge nel mondo dell’insegnamento e della trasmissione culturale, indagando la psicologia dei personaggi e le sfide legate alla crescita individuale. Tra riflessioni sul sapere, la disciplina e l’autorità, la pellicola tocca temi universali sull’educazione, il valore della cultura e l’importanza del dialogo intergenerazionale.
Le Bambine (2025), di Valentina Bertani e Nicole Bertani
Il film osserva con delicatezza e profondità l’universo dell’infanzia femminile, raccontando sogni, paure e riti di passaggio. Attraverso una struttura corale e uno sguardo attento ai dettagli, le registe offrono un ritratto vivido della crescita e della formazione dell’identità, sottolineando la capacità delle bambine di affrontare il mondo con curiosità, coraggio e resilienza. Un’opera che porta una prospettiva nuova e autentica nel cinema italiano contemporaneo.
Agon (2025), di Giulio Bertelli
L’esordio di Bertelli prende il nome dalla parola greca per ‘competizione’ e sviluppa una riflessione sulla natura dei rapporti di forza nelle relazioni umane. Attraverso il confronto tra i personaggi, il film mette in luce le tensioni emotive, i conflitti interiori e le sfide quotidiane, trasformando l’agon in una metafora universale della condizione umana. Con Chiara Caselli, l’opera esplora le dinamiche del potere e della resilienza, offrendo un racconto intenso e coinvolgente.
Testa o Croce? (2025), di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis
I registi di Re Granchio presentano un film originale che esplora il ruolo del caso e del destino nella vita dei protagonisti. Attraverso una narrazione che mescola realismo e fantasia, la pellicola riflette sulle scelte casuali che possono cambiare il corso dell’esistenza, alternando momenti di leggerezza a tensione emotiva. Con ritmo dinamico e inventiva narrativa, Testa o Croce? unisce cinema d’autore e dimensione popolare in un racconto che sorprende per originalità e profondità.
Realizzazione:
Cinema do Rio
Ministério da Cultura – Governo Federal
Collaborazione:
Consolato General d’italia
Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro
Patrocinio:
Lei Rouanet – Incentivo a Projetos Culturais
Shell Brasil
Data: Dal 2 al 15 ottobre 2025
Ingresso: Biglietteria. Per la programmazione completa, clicca qui